Il peso del perdono
Gianni Zanolin
Jacob Rosenstern, un ebreo triestino ultranovantenne, attende la realizzazione di un sogno: incontrare nuovamente un figlio abbandonato moltissimi anni prima, dopo la guerra e la Shoah.
Nell’ottobre del 2012, giunto ormai alla fine della sua vita, pensa di poterne ottenere il perdono, dando corpo a una speranza mai morta e l’invita a Trieste.
L’anziano patriarca convoca nella sua casa il nipote dell’uomo che, dopo l’otto settembre del 1943, aveva ospitato lui e la moglie nella sua casa di Villa d’Arco, nella campagna friulana.
Si chiede infatti se le sue forze basteranno a reggere l’emozione dell’incontro con quel figlio nato in quei lontani primi mesi del 1945 e vuole lasciare una testimonianza del difficilissimo percorso compiuto da lui e dalla sua famiglia per giungere al giorno del nuovo incontro e della possibile riconciliazione.
Qualcosa spinge evidentemente Jacob a ritenere nuovamente necessario rinfocolare il suo rapporto con chi l’aveva allora ospitato.
Nasce così il racconto dei 150 anni di una famiglia di ebrei triestini, intrecciata con la storia della loro città, ma anche la possibilità, per i discendenti di chi li aveva ospitati, di conoscere e interpretare finalmente passaggi fondamentali della propria memoria, fino a un finale inaspettato e nel quale sarà necessario, forse per l’ultima volta, sconfiggere la spirale di odio che già tanto dolore aveva creato.