Pro-memoria
Andrea Vitali
“Raccontare una saga familiare attraverso una storia semplice e per questo esemplare. E in questa inserirci annotazioni ed episodi che le permettano di essere letta anche come paradigma del brusco mutamento di un mondo prima e dopo la seconda Guerra Mondiale.”
E questo l'incipit del racconto:
“Mio fratello”, diceva lui.
“Fratellastro”, ribatteva lei, puntigliosa.
“Siamo figli della stessa madre”, lui, conciliante.
Lei, irremovibile: “Sempre fratellastro rimane”.
Perché il padre era un altro.
E poi, sempre lei, era il caso di ripetere quella discussione fatta decine e decine di volte?
“No”, concludeva.
Men che meno quella mattina.
“Perché se tuo fratello...”, partì lei.
“Ma non hai appena detto che è mio fratellastro?”, si permise lui.
Lo sguardo di lei fu gelido, bastò a farlo tacere.
Fratello o fratellastro non aveva importanza. Ciò che importava era la data, 19 dicembre 1974, Natale ormai alle porte.
Quindi se suo fratello o fratellastro, lo chiamasse come gli pareva, avesse telefonato gli doveva dire che per quella volta non potevano ospitarli per il consueto pranzo che, una volta all’anno, li vedeva riuniti in casa loro a scambiarsi chiacchiere e auguri. Cinquesensi