Donne donne
Andrea Vitali
Racconti sull’eterno femminino di Andrea Vitali: Lunatica, Le complici, Il tappo, Fiorella Vastità , Chi (cosa) siamo?, La parrucchiera, Profumo di donne oltre a gustosi epigrammi, aforismi e altre espressioni letterarie.
La prefazione di Roselina Salemi al settimo titolo della collana iVitali
Le donne sono un pianeta misterioso anche per le donne. Provi a generalizzare e succede il putiferio. Ci sono le No kids, che guai a parlare di bambini, ci sono le Acrobate che osano il terzo fi glio, le Rifatte, che osano tutto, le Working girl, che vogliono tutto. C’è il modello Velina e il modello Suora (sempre più raro, in verità ) e tantissime vie di mezzo. Ci sono quelle che “sotto i cinque carati non è vero amore” (venali!) quelle che è meglio “due cuori una capanna” (più di quante si possa credere) quelle che hanno le borse come amiche e le chiamano per nome: Jane, Birkin, Kelly, Diana, Carla. Poi ci sono quelle che vivono su Facebook e forse nella realtà non esistono. Esistono foto rubate e vite inventate, materiale da romanzo. In questa gran confusione è molto facile parlar male delle donne. Sembrano fatte apposta per diventare macchiette, caricature, basta poco. Se sono bruttine, c’è un vocabolario dedicato: spilungona, pialla, cozza, tappo (variante: tap model) e... “le belle sono fatte in un altro modo”. Se invece sono stupende, è ovvio che siano colpevoli di qualcosa. Perché, direbbe Catherine Hakim, rivoluzionaria saggista inglese, autrice di Honey Money, il loro “capitale erotico” crea imbarazzo. Se sono mamme, non lo sono abbastanza o lo sono troppo (da qui i “mammoni”) se i bambini non arrivano, si sentono “difettose” e ci scrivono su un libro, se portano il tacco dodici al sesto mese sono delle sciagurate, se stanno in ciabatte sono ugualmente sciagurate perché si trascurano. Tralasciando le lacrime, le chiacchiere, lo shopping compulsivo, le gelosie retroattive, l’ossessione per la dieta. Cinquesensi